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Cubismo: Picasso, Braque, e la Rivoluzione Artistica del Novecento
Nel 1907, a Parigi, Picasso e Braque inaugurano il Cubismo, influente movimento artistico del Novecento. Abbandonando tradizioni, semplificano forme in volumi geometrici, ispirati da Cézanne e scultura africana. La mostra collettiva del 1911 segna il debutto ufficiale.
Le immagini fornite sono esclusivamente a scopo illustrativo e potrebbero non riflettere esattamente la realtà del prodotto o del contesto.
A partire dal 1907, a Parigi, Pablo Picasso (1881-1973) e Georges Braque (1882-1963) danno vita al Cubismo. Non è un movimento vero e proprio e, nella sua fase più feconda, dura meno di un decennio; eppure ha esercitato una fortissima influenza su tutta l'arte del Novecento.
Nel dipingere un oggetto l'artista non deve riprodurlo come lo vede, ma come "lo conosce", ovvero come questo è stato da lui interiorizzato. Per questo motivo i pittori cubisti abbandonano i metodi tradizionali di rappresentazione, quali la prospettiva, il chiaroscuro, i principi di simmetria e di equilibrio. Quando noi osserviamo un oggetto, tendiamo spontaneamente a semplificarne la forma, perché questa possa fissarsi nella nostra mente.
Consci di questo, i Cubisti semplificano le forme delle cose in volumi geometrici puri (cubi, coni, cilindri). Fondamentale è stato dunque l'insegnamento di Paul Cézanne, ma anche la conoscenza della scultura africana, caratterizzata da volumi nitidi ed essenziali.
La Nascita del Cubismo.
All'estate del 1911 risale la prima mostra collettiva dei pittori cubisti. Al Salon des Indépendants di Parigi si espongono opere di Braque, Francis Picabia (1879-1953), Robert Delaunay (1885-1941), Fernand Léger (1881-1955) e Marcel Duchamp (1887-1968).
Non ci sono i quadri di Picasso, sempre estraneo a formazioni di tendenza. Anche il termine Cubismo, come quello Fauves, viene coniato per deridere il nuovo gruppo, giacché, secondo un critico d'arte, gli oggetti raffigurati ricordano la forma del cubo. Come vede le cose: egli immagina di vedere le cose da più posizioni, per comprenderne anche le parti nascoste; con questo criterio egli può dipingere ogni soggetto nella sua totalità. Allo stesso modo, egli deve cogliere visivamente la relazione tra un oggetto e ciò che lo circonda. Come dipinge l'oggetto: nel quadro cubista la tridimensionalità viene resa rappresentando contemporaneamente accostate o parzialmente sovrapposte varie parti di un oggetto (le diverse facce di una figura solida, ad esempio).
Che cosa ottiene: la rappresentazione simultanea dell'oggetto. Poiché ogni punto di vista corrisponde ad un momento successivo dell'osservazione, si giunge a rappresentare anche una quarta dimensione: quella del tempo, necessario perché la forma dell'oggetto si stabilizzi nella nostra coscienza.
di Concetto Vecchio
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