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Alberto Burri

Alberto Burri: Tra guerra e arte, dalla medicina ai fuochi creativi - Una storia di innovazione e riconoscimento internazionale.

Alberto Burri

  • Aggiornato giovedì, 08 feb 2024

Alberto Burri (1915-1995): Medico, prigioniero di guerra, pioniere dell'arte astratta. Una vita di fuoco e innovazione artistica.

Le immagini fornite sono esclusivamente a scopo illustrativo e potrebbero non riflettere esattamente la realtà del prodotto o del contesto.

Alberto Burri nasce a Città di Castello (Perugia) nel 1915. Si iscrive alla Facoltà di Medicina di Perugia, che frequenta dal 1934 al 1939. Nel 1940 parte per la guerra. Fatto prigioniero dagli inglesi, resta internato in un campo del Nord Africa, prima di essere trasferito dagli americani a Hereford, in Texas, dove inizia a dipingere.

Tornato in Italia nel 1946, Burri si trasferisce a Roma, deciso a diventare artista. Nel 1947 tiene la sua prima personale alla galleria La Margherita. Propone opere di carattere figurativo. Ma l'anno successivo è già impegnato nelle prime composizioni astratte: Bianchi e Catrami. Nel 1949 realizza SZ1, il primo "Sacco" stampato. L'anno successivo comincia le Muffe e i Gobbi. Nel 1951 Alberto Burri partecipa alla fondazione del Gruppo Origine, con Ballocco, Capogrossi e Colla. Nel 1952 espone per la prima volta alla Biennale di Venezia e pone mano a Grande Sacco. Le mostre di Chicago e New York del 1953 segnano l'inizio del successo internazionale. Nel 1954 realizza piccole combustioni su carta.

Continua a utilizzare il fuoco anche negli anni successivi, realizzando Legni (1956), Plastiche (1957) e Ferri (1958 circa). Il 1955 è un anno cruciale. Torna per la prima volta negli Stati Uniti e presenzia alla prima mostra personale in un museo pubblico: l'Oakland Art Museum. Due anni dopo, il Carnegie Institute di Pittsburgh gli allestisce un'importante retrospettiva. Nel 1959 è la volta del Palais des Beaux-Arts di Bruxelles. La sua fama è ormai riconosciuta, e nel 1960 la Biennale di Venezia gli dedica una sala personale. Tra il 1961 e il 1969 Burri realizza il ciclo di Plastiche combuste.

Nel 1963 espone al Museum of Fine Arts di Houston. Nel 1965 vince il Gran Premio alla Biennale di San Paolo. Sul finire degli anni '60 si trasferisce a Los Angeles. In considerazione del suo successo, la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma gli dedica una sala permanente.

di Concetto Vecchio

© Riproduzione riservata


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